La parola “Angelo” deriva dal latino Angelus ed ha origine dalla parola greca ἄγγελος (traslitterazione: ággelos; pronuncia: ánghelos), traduzione dell’ebraico מלאך, mal’akh, e significa “messo”, “messaggero”, “servitore”. Attestato nel dialetto miceneo nel XIV/XII secolo a.C. come akero, con il significato di inviato, messaggero; e, come messaggero degli Dei, il termine “Angelo” appare per la prima volta nelle credenze religiose della Civiltà classica. Curioso il collegamento tra “Angelo” e “Angaria”: prima che gli angeli biblicamente fossero messaggeri divini e, cristianamente, divenissero i custodi soccorrevoli al fianco di ogni battezzato, nell’impero persiano l’Angaro era il messaggero del sovrano destinato a portare ovunque i suoi ordini: affinché potesse svolgere celermente tale suo compito, era essenziale che le strade fossero costantemente mantenute in efficienza, era dunque indispensabile l’angaria a cui erano sottoposti tutti i sudditi le cui abitazioni o i cui terreni confinavano con la via regia.
Fin dall’antichità l’umanità ha, quindi, riposto la fede negli Angeli. Quello che c’è da tenere a mente, però, è che ogni qualvolta desideriamo un loro intervento nelle nostre vite dobbiamo esplicitamente dare Loro il permesso di aiutarci. Senza questo permesso Loro non interverranno non potendo contrastare la legge che regola Gaia, ovvero la legge del libero arbitrio. Impariamo, quindi a chiedere aiuto!